Circumvesuviana
Le corse verso i treni e quelle verso i sogni

Diario visuale, Circumvesuviana
Martedì,
la sveglia che suona due volte, la caffettiera grande e poca voglia di caffè. Ho sognato di essere cosparsa di gelsomini su un letto bianco con la brezza dell’estate, e allo stereo suonavano i Cigarette After Sex. Ma non è vero che niente mi farà del male, il calendario segna la data di inizio primavera oggi, stanotte, domani, insomma non c’è scampo arriva e arriverà anche l’allergia. Impossibile non pensare “maledetta primavera”.
Sono in ritardo e nonostante ciò scatto una foto allo specchio, di quelle stupide che tanto comunque le fai lo stesso anche se non le condividi. Ho sbagliato completamente abbigliamento, ho una maglia di troppo, ma almeno le scarpe sono giuste per correr dietro i sogni.
Oggi cammino con la voglia di scrivere, ho parole in testa che vogliono uscire e forse senza senso o senza forse e basta. Il treno è ritardo o in anticipo lo sono io, e questo potrebbe essere vero e forse no. Avere le idee chiare a volte è così faticoso, infatti il cielo è grigio per metà mentre nell’altra cantano gli uccelli. In ogni caso lo scorrere del treno è il movimento perfetto per la scia di pensieri prepotenti. Osservo i gesti incoscienti della gente incosciente e il verde che avanza tra le rotaie.
Il grande inganno dei cartelloni pubblicitari mi accoglie in città, immaginari di realtà distorte che idealizzano cose che non vogliamo davvero, bellezze inesistenti che trasformano i nostri sogni in plastica riciclabile. Ma ho visto un uomo all’uscita della metro con un mazzo di fiori andare verso il suo appuntamento, sembrava felice. Da quanto tempo non ci innamoriamo? Lascia che sia amore dicono gli Oasis nelle cuffie. Eh, proviamoci, dico.
Torna ad essere
Come sono
Dove sono
Come sei
Dove sei
E dove siamo
Adesso
Mentre gioco con parole
E non siamo
Ma restiamo muti
Perdendo un po’ di sonno
Sentendoci perduti
Ho bisogno di fermarmi per raccogliere tutto questo
Ho bisogno di camminare per non perdermi nel resto
Che niente resta e tutto va
Che tutto va e tutto resta, poi.
E anche noi.

Diario visuale, Circumvesuviana

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